Economia

Un milione alla Messa, ma poi tutti a casa. A Monza niente turismo

I luoghi dove pernottare non hanno ricevuto incrementi di prenotazioni, così come i negozi hanno mantenuto pressoché invariato il loro giro di affari.

Monza-Piazza-Duomo

Turismo a Monza? Ci vorrebbe un miracolo. La domenica mattina 26 marzo a Monza si respirava la solita aria. Pochi turisti in giro il giorno dopo la grande Messa.

I due monumenti simbolo della città, la Villa Reale e il Duomo, sono rimasti aperti il sabato (leggi qui) con orari straordinari. Ma il sabato, sia per gli orari contingentati per partecipare alla messa, sia per la stanchezza del giorno, fuori dalle porte delle due attrazioni nessuna calca. C’è di peggio: la quasi totalità dei pellegrini, zaino in spalla, il sabato stesso hanno fatto ritorno a casa. Se da una parte è vero che per la maggiore il popolo di Francesco e costituito da monzesi, milanesi, o comunque residenti dei comuni limitrofi, dall’altra non si può non considerare la buona fetta di coloro che sono giunti da altre regioni e persino dall’estero.

Non è in discussione la fede, quella ha registrato un vero boom con, dato ufficiale, un milione di presenze. A non aver brillato è stato il pacchetto turistico cittadino, o per meglio dire la sua poca sponsorizzazione, atta a solleticare la voglia di ritardare la partenza e soffermarsi a Monza per ammirarne lo splendore.

“Se consideriamo che domenica era incorso la giornata di apertura del FAI – fanno saper dalla Villa Reale – Abbiamo avuto il solito ‘boom’ di presenze che in queste occasioni si ha.” Circa 500 visitatori, un dato buono di per sè, ma che non è sortito dall’effetto Papa.

Spente le luci sulla Santa Messa di Papa Francesco, oggi si accendono le riflessioni sulle ricadute che il maestoso evento ha avuto sulla città. I luoghi dove pernottare non hanno ricevuto incrementi di prenotazionmantenendo pressoché invariato il loro giro di affari. E la cultura? I luoghi simbolo della bella Monza? La domenica nessun pienone anche per loro. Tanta visibilità, ma nessun sold out. A raccontarcelo è proprio Luigi Nardi, presidente di Federalberghi Monza e Brianza: “Ci sono stati risvolti positivi e negativi – spiega – Positivi, perchè Monza ha potuto godere di visibilità e poi perchè è stato davvero un onore poter ospitare il Santo Padre. Dal punto di vista delle prenotazioni nessun risultato eclatante, tutto nella norma. Certo si è trattato di un evento con un target molto particolare, organizzato dalle parrocchie, con autobus che assicuravano le trasferte in giornata. I visitatori erano ben focalizzati sull’evento”.
Visibilità che, a dir il vero, alcuni giornali nazionali e televisioni hanno dimenticato di dare quanto spettasse a Monza mettendo più l’accento su Milano. D’altronde, anche lo stesso slogan che accompagnava la venuta di Papa Francesco recitava: “visita del Papa a Milano e nelle terre ambrosiane”.

Certo l’evento, eccezionale di per sé, ha focalizzato completamente l’attenzione, ma in tanti oggi, soprattutto coloro che a Monza ci vivono definiscono la visita di Bergoglio un’occasione mancata per far conoscere alle migliaia di persone presenti le bellezze storico-artistiche.

Nessun volantino, nessuna mappa. Magari si potevano distribuire per la città dei depliant sulle numerose bellezze di Monza, Duomo in primis. Anche se questa operazione avrebbe avuto un po’ il fiato corto se fatta il giorno stesso – ci scrive un lettore – Magari avrebbero potuto pensare alla creazione di una app apposita che offrisse la possibilità di pernottare e fare una visita guidata la domenica. E il tutto ben pubblicizzato da ottobre, quando era stato dato l’annuncio dell’arrivo del Santo Padre. E invece, nulla, non un buono sconto, nessuno stimolo che invogliasse i turisti a restare (o tornare). Un vero peccato”. E aggiunge: “Insomma, si poteva certamente sfruttare l’occasione per far vedere agli italiani che Monza non è solo Gran Premio!”.

Voi cosa ne pensate? Diteci la vostra.

Articolo di Valentina Vitagliano e Matteo Speziali

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