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Barzotti e gli altri calciatori laureati. Il piano B di quelli del Monza

Un calciatore del Monza si è laureato e altri due lo stanno per fare. Solo l'1% dei calciatori ce la fa.

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L’attaccante del Monza, Matteo Barzotti, si è laureato in Scienze dell’organizzazione. In tanti penseranno: e allora?  E allora è un calciatore! Luoghi comuni sulla presunta ignoranza dei calciatori a parte, resta il fatto che secondo uno studio di qualche anno fa del portale Transfermarkt, su 587 giocatori professionisti la percentuale di chi è uscito dalla facoltà con la pergamena è dello 0,8 per cento… Barzotti è allora un “unicum”, un caso eccezionale da guardare con sospetto, come se l’attività di calciatore e lo studio non potessero conciliare? Assolutamente no. È invece un esempio da imitare, soprattutto da quei ragazzi che solo perché giocano in Serie D, campionato dilettantistico solo nel nome ma con contratti da precario, si illudono di poter fare la bella vita finché campano, pensando che “tanto prima o poi sfonderò e allora avrò tutte le auto e le donne che voglio”, mal educati dai mass media e spesso coccolati da genitori convinti sempre e comunque che il loro figliolo sia il nuovo Messi.

Barzotti non è un genio che impara tutto a memoria con un’occhiata sui libri, ma è tutt’altro che stupido. È semplicemente un ragazzo, si potrebbe dire “della porta accanto”, che dopo quattro stagioni di Serie D e tanta noia accumulata nel molto tempo libero, ha deciso di investire tre anni della sua vita extracalcistica in qualcosa di utile, che magari un giorno, crisi dell’economia italiana permettendo, gli permetterà di inserirsi nella società dalla porta principale. Intanto la porta che guarda da vicino è quella della squadra avversaria di turno e ultimamente anche col Monza sta mostrando di centrarla bene col pallone. Proprio cinque giorni prima di laurearsi ha siglato la sua prima doppietta in maglia biancorossa, fondamentale per il successo (3-0) ai danni dell’Olginatese, sua ex compagine.

calcio-milan-monza-barzottiIl “dottor” Matteo compirà 25 anni il prossimo 30 marzo. È nato a Cagli, in provincia di Pesaro e Urbino, e attualmente vive a Monza. Non si pensi che non abbia mai avuto possibilità di sfondare, perché ha vestito per tre anni la maglia del Milan, nelle giovanili. “Ho giocato nella Cagliese fino a 15 anni – racconta il “bomber” marchigiano, capace in quattro stagioni di segnare, nei campionati Esordienti, Giovanissimi e Allievi, qualcosa come 105 gol in 101 partite – Poi gli osservatori del Milan mi hanno notato e mi sono trasferito in Lombardia. Fino a 18 anni d’età ho vissuto in un convitto convenzionato con la società rossonera. Nel frattempo ho proseguito gli studi di Ragioneria. Nel mio primo anno da seniores, alla Caratese, mi sono diplomato a Seregno”.

Barzotti ha quindi disputato due stagioni e mezza alla Folgore Caratese e mezza stagione all’Olginatese. Nel 2014 l’allenatore Marco Zaffaroni l’ha voluto portare con sé alla Caronnese, cosa che si è ripetuta la scorsa estate col Monza. “Dopo due anni che non facevo niente (a parte le due orette di allenamento quotidiano, ndr), ho pensato che tornare a studiare fosse la scelta migliore per occupare il tempo. Nella vita ci vuole un ‘piano B’ – spiega Matteo – Mi sono informato sulle facoltà esistenti e mi ha affascinato l’offerta formativa di Scienze dell’organizzazione all’Università di Milano-Bicocca. Tra l’altro in questi tre anni, perché sono riuscito a non andare fuori corso, ho avuto l’occasione di conoscere Monza perché per un anno le lezioni si sono tenute presso il vecchio ospedale di via Solferino”.

Quali sono state le maggiori difficoltà incontrate? È stato semplice conciliare lo studio e il calcio? “Sì, non è stato un problema. Anzi, la vera difficoltà arrivava quando finiva il campionato, a maggio o giugno, perché tornavo a Cagli fino ad agosto e dunque non potevo seguire le lezioni estive e affrontare gli esami”.

Qual è stato in questi anni l’atteggiamento nei tuoi confronti dei compagni di squadra? “Devo sottolineare il fatto che ci sia sempre stato qualcun altro iscritto all’università oltre a me, quindi non ero un’eccezione. Adesso mi chiamano simpaticamente ‘dottore’…”.

calcio-monza-olginatese-barzottiE i tuoi familiari come l’hanno presa questa “storia” dell’università? “All’inizio i miei genitori (è figlio unico, ndr) erano contenti che facessi qualcosa nel tempo libero, anche se successivamente hanno cominciato a parlare di cercare qualche lavoretto per arrotondare. Mio padre è fatto in un certo modo: quando ha smesso di giocare a calcio a livello dilettantistico ha preso il biglietto d’aereo di sola andata per la Repubblica Dominicana. Poi è tornato in Italia, quindi è rivolato a Santo Domingo e infine ha messo su casa a Cagli con una dominicana, cioè mia madre. Comunque il giorno della discussione della tesi sono venuti entrambi a Milano ad ascoltarmi e alla fine erano contenti di quello che ho fatto”.

A chi hai dedicato la doppietta di domenica e la laurea di venerdì? “Tutte a me stesso. Sono premi per la mia applicazione nel fare le cose”.

Adesso punterai a una laurea magistrale? “Probabilmente continuerò a studiare, ma iniziando un altro corso perché Scienze dell’organizzazione si ferma dopo i tre anni”.

Si deduce che non hai ancora chiaro cosa voler fare quando smetterai di giocare a calcio in maniera semiprofessionistica, o professionistica se finalmente riuscirai a salire di categoria… “Infatti, però so che mi piacerebbe avere una mia attività”.

Intanto dove vorresti arrivare col calcio? “Mi piacerebbe arrivare a giocare almeno in terza serie”.

calcio-monza-barzottiSe Barzotti già ce l’ha fatta a portare a casa la pergamena, il difensore Denis Caverzasi e il centrocampista, nonché capitano biancorosso, Luca Guidetti, hanno l’appuntamento con la discussione della tesi di laurea il prossimo 31 marzo a Varese. Entrambi studiano Scienze delle attività motorie e sportive presso la sede di Saronno dell’Università dell’Insubria. Gli unici due altri giocatori del Monza universitari sono il difensore Marco Costa e il centrocampista Marco Gasparri, rispettivamente iscritti alle facoltà di Ingegneria meccanica ed Economia. Degli altri 20 elementi della rosa, 7 studiano alle scuole secondarie di secondo grado mentre 13 non studiano e non lavorano.

Non è la prima volta che nel Monza giocano calciatori laureati. Nel recente passato si ricordano Marco Teani, Davide Cattaneo, Simon Barjie e Luca Franchini, che ha addirittura smesso di giocare a 29 anni per dedicarsi a un Master in Inghilterra.

Nella storia del calcio ci sono altri giocatori che hanno vestito la maglia biancorossa e successivamente si sono laureati. Segnaliamo il portiere Roberto Colombo (ex Serie A con Bologna e Napoli), il difensore Massimo Oddo (ex Serie A con Hellas Verona, Lazio, Milan, Bayern Monaco e Lecce, oltre che Nazionale campione del mondo 2006) e l’attaccante Gianfranco Serioli (ex Serie A con l’Atalanta). Inoltre ha militato solo nelle giovanili biancorosse il portiere Michele Arcari (ex Serie A col Brescia). E non si può dimenticare l’allenatore che portò per la prima volta il Monza in Serie B, Annibale Frossi. La sua carriera in panchina proseguì in Serie A con Torino, Inter, Genoa, Napoli e Modena.

In quel circa 1% di calciatori che si laureano troviamo grandi campioni, a dimostrazione che con la volontà si può essere fortissimi sia col pallone che con i libri. Tra i portieri segnaliamo Lamberto Boranga (Fiorentina, Brescia, Cesena), Leonardo Grosso (Genoa), Mario Ielpo (Cagliari, Milan), Emanuele Belardi (Reggina, Juventus, Udinese, Pune City), Federico Agliardi (Brescia, Palermo, Bologna, Cesena), il serbo Željko Brkić (Vojvodina, Siena, Udinese, Cagliari, Carpi, PAOK), il belga Simon Mignolet (Sint-Truiden, Sunderland, Liverpool). Tra i difensori citiamo Piero Volpi (Como), Guglielmo Stendardo (Napoli, Lazio, Juventus, Lecce, Atalanta, Pescara), lo spagnolo Álvaro Arbeloa (Real Madrid, Deportivo La Coruña, Liverpool, campione del mondo e d’Europa con la Nazionale), Giorgio Chiellini (Fiorentina, Juventus), il giapponese Yūto Nagatomo (Tokyo, Cesena, Inter), Lorenzo De Silvestri (Lazio, Fiorentina, Sampdoria, Torino), Simone Romagnoli (Pescara, Carpi). Tra i centrocampisti registriamo Fulvio Bernardini (Lazio, Inter, commissario tecnico della Nazionale), Nello Governato (Lazio, Vicenza), Luigi Beghetto (Chievo, Treviso, Bellinzona), Fabio Pecchia (Napoli, Juventus, Sampdoria, Torino, Bologna, Como, Siena, Ascoli), il francese Jean-Alain Boumsong (Le Havre, Auxerre, Glasgow Rangers, Newcastle United, Juventus in Serie B, Lione, Panathinaikos), l’olandese Nigel de Jong (Ajax, Amburgo, Manchester City, Milan, Los Angeles Galaxy, Galatasaray), gli spagnoli campioni del mondo e d’Europa con la Nazionale Xabi Alonso (Real Sociedad, Liverpool, Real Madrid, Bayern Monaco), Andrés Iniesta (Barcellona), Cesc Fàbregas (Arsenal, Barcellona, Chelsea), Juan Manuel Mata (Valencia, Chelsea, Manchester United). In attacco pare che si faccia più fatica perché oltre ai già citati Frossi e Serioli abbiamo trovato laureati solo Sergio Campana (Vicenza, Bologna, fondatore dell’Associazione italiana calciatori), il tedesco Oliver Bierhoff (Uerdingen, Amburgo, Borussia Mönchengladbach, Salisburgo, Ascoli, Udinese, Milan, Monaco, Chievo, campione d’Europa con la Nazionale), l’albanese Erjon Bogdani (Partizani Tirana, Gençlerbirliği, Dinamo Zagabria, Reggina, Siena, Chievo, Livorno, Cesena), il rumeno Adrian Mutu (Arges Pitesti, Dinamo Bucarest, Inter, Hellas Verona, Parma, Chelsea, Juventus, Fiorentina, Cesena, Ajaccio, Petrolul Ploiesti, Pune City, Târgu Mures).

Da segnalare, infine, che per chi è iscritto a un’università, ma non si è ancora laureato, c’è la possibilità di essere convocato nella Nazionale universitaria, che ogni due anni partecipa alle Universiadi. Proprio nell’ultima edizione, quella del 2015, l’Italia ha eguagliato il suo miglior risultato giungendo seconda come nel 1997. E nonostante la scelta della Federcalcio di convocare solo universitari tesserati per società di Serie B e Divisione Unica di Lega Pro.

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