Ambiente

Allagamenti ed esondazioni: cosa fare in caso di rischio idraulico

I consigli della Protezione civile per prevenire e combattere il rischio di allagamenti ed esondazioni. Informazione e buone pratiche per garantire la sicurezza.

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Anche un privato cittadino può fare molto per prevenire e combattere il rischio idraulico. Al fianco del ruolo, pur imprescindibile, delle istituzioni e della Protezione civile, ognuno di noi ha il dovere di auto-proteggersi, e di proteggere i propri vicini: anche solo diffondendo informazioni corrette e buone pratiche.

 È questo il senso degli incontri “Il fiume chiama”, organizzati da Innova21: al più recente, tenutosi martedì 28 marzo a Cesano Maderno, erano presenti però appena una 20ina di persone. «Se avessimo fatto un incontro simile nel 2014, dopo gli allagamenti, la sala sarebbe stata piena – afferma con un po’ di amarezza Massimiliano Bachis, comandante responsabile operativo della Protezione civile di Cesano Maderno -. Ma il nostro compito è quello di continuare sensibilizzare la popolazione: anche un normale cittadino, infatti, può funzionare come “protezione civile” per sé o per gli altri».

Tra i consigli, ci sono prima di tutto quelli legati alla prevenzione: capire se, dove e quando si potrebbe essere colpiti, individuando le situazioni a rischio anche grazie alla sezione della Protezione civile sul sito di Regione Lombardia, o tramite l’apposita app. E poi, informarsi sui piani di emergenza del proprio comune, proteggere l’ambiente e segnalare rifiuti ingombranti o tombini intasati. Importantissime, nella loro semplicità, anche le buone pratiche da mettere in atto prima, dopo e durante un’alluvione, con lo scopo di garantire la propria sicurezza. In casa, è meglio dunque evitare di soggiornare nei piani seminterrati e preoccuparsi di proteggere con attrezzature adeguate quelli interrati, evitando il più possibile gli spostamenti nelle zone allagate o in quelle pericolose, primi fra tutti i sottopassaggi. Evitare di scendere nelle zone allagate della casa, o uscire per mettere in salvo l’auto: «In questi casi – consiglia Bachis – ormai il danno è fatto: meglio non mettere a rischio anche la propria vita». Non usare l’ascensore, chiudere il gas e disattivare l’impianto elettrico, non usare il telefono, per non sovraccaricare le linee, e mantenersi informati tramite una radio; evitare di bere l’acqua del rubinetto, che potrebbe essere contaminata, e aiutare i vicini che potrebbero averne bisogno, come anziani o disabili.

La prudenza deve restare al primo posto anche quando si viene sorpresi fuori casa: «Se noi della Protezione civile chiudiamo una strada, vuol dire che la zona è allagata, e lo facciamo per la vostra sicurezza. Nel 2014 – ricorda ancora Bachis – , durante uno degli allagamenti estivi, una signora forzò un blocco per attraversare un sottopassaggio e andare a casa. Fu fortunata, perché la tirarono fuori: ma ha rischiato la vita».

Altre leggerezze da evitare: i selfie sui ponti durante le piene. E, se si può, meglio investire in attrezzature protettive come le barriere provvisionali (sacchi di sabbia o piccole paratie) e sistemi di pompaggio. «C’è chi si lamenta del costo, ma a questo proposito mi piace citare il mio collega e responsabile provinciale Giancarlo Costa: per difendersi dai ladri si investe in allarmi e sistemi di sicurezza. Perché non fare lo stesso anche per proteggersi dal rischio idrico?».

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