Salute

Meningite, Gori: “Nessuna impennata dei casi in Brianza, ma vaccinate i giovani”

Nonostante la preoccupazione, visti gli ultimi allarmi mediatici dall’ospedale San Gerardo arrivano parole rassicuranti.

Gori-Andrea-Ospedale-S.Gerardo

Non c’è nessun allarme meningite a Monza e Brianza. Nonostante la preoccupazione, viste le ultime divulgazioni mediatiche, dall’ospedale San Gerardo arrivano parole rassicuranti.

A fare chiarezza è il professor Andrea Gori, direttore del reparto di Malattie infettive del nosocomio cittadino. “Non c’è stata in Italia, a parte in Toscana, nessuna impennata dei casi gravi di meningite – spiega il primario – I casi accaduti, compresi quelli più gravi, che hanno portato alla morte di alcune persone, fanno parte, purtroppo, della media prevista. Vero anche che ci sono stati casi gravi, quasi tutti nello stesso periodo, ma la Toscana è un caso a parte con un ceppo particolare e ciò non ha fatto altro che far aumentare in modo esagerato la reazione mediatica”.

Tanto rumore per nulla. “No, non direi. Se dal punto di vista della diffusione della malattia è vero, dall’altra parte questo allarme mediatico ha riportato l’attenzione sull’importanza dei vaccini, che nei casi come la meningite coprono in modo efficace tutti i ceppi della malattia -sottolinea il professore -. Se negli ultimi anni la tendenza è stata di parlare di scarsa scientificità di alcuni vaccini, e non mi riferisco solo a quello della meningite ma anche a quelli che contrastano altre malattie come la pertosse o la semplice influenza, portando così sempre più genitori a non vaccinare i figli, adesso i media stanno giocando un ruolo positivo sollevando l’attenzione sulla necessità e sull’efficacia delle vaccinazioni per controllare la diffusione di alcune gravi patologie infettive”.

I sierotipi prevalenti in Italia sono il sierotipo B e il sierotipo C. Il primo è il più frequente, il secondo è associato a maggiore gravità dell’infezione. In Italia abbiamo a disposizione due vaccini. Il vaccino tetravalente disponibile dal 2006 che copre i sierotipi A, Y, W135 e C e il vaccino per il sierotipo B disponibile dal 2014.

Dall’età di 2 mesi di vita tutti possono vaccinarsi e in particolare il messaggio è indirizzato alla popolazione giovane: “Raccomando il vaccino per neonati e ai soggetti sotto i 18 anni di vita, che sono più a rischio. I bambini hanno il sistema immunitario che si sta ancora sviluppando. Altro discorso poi è per le categorie a rischio dove la vaccinazione è altamente raccomandata, come per i soggetti talassemici, diabetici, immunodepressi…”

È possibile vaccinarsi in qualsiasi momento. Si può acquistare il vaccino direttamente in farmacia, dove il prezzo si aggira intorno ai 100 euro per tipo o passando attraverso la Asl, dove il costo scende notevolmente. Il consiglio è sempre quello di sentire prima il proprio medico.

“Qualora si arrivi ad un’ampia copertura vaccinale nella fascia di età sotto i 18 anni della popolazione, la circolazione del meningococco  si ridurrebbe per tutti, producendo un effetto positivo anche sulla popolazione di età superiore non vaccinata. Tutti possono comunque chiedere di essere vaccinati, ma ribadisco che ha senso selezionare la popolazione da sottoporre a vaccinazione” aggiunge il professor Gori, che riporta l’impegno messo in attimo dei paesi nordici: “In Inghilterra targhetizzando la popolazione da vaccinare sono riusciti a diminuire drasticamente il numero dei casi, che fino a qualche tempo fa era molto più alto che in Italia.

Comunque chiunque sentisse mal di testa, rigidità al collo, febbre e vomito, che sono i sintomi della malattia, è consigliabile recarsi in pronto soccorso.

 

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