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Cesano Maderno Groane, il muro contro i pusher non convince i cittadini

Il muro serviva a migliorare la tenuta del terreno, ma, in seguito è diventato anche un deterrente allo spaccio. Una soluzione che non convince tutti i residenti.

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Un muro alto 2 metri e lungo 220. Doveva essere una doppia soluzione per la sicurezza, per contrastare il cedimento del terreno e la diffusione dello spaccio tra la stazione e il confinante Parco delle Groane, ma per ora i cittadini sembrano scettici. Succede nella stazione di Cesano Maderno Groane, nel cuore del Villaggio Snia, dove i binari che corrono di fianco agli alberi oggi sono separati dal parco da una muraglia di pietre profonda circa un metro: i lavori, iniziati lo scorso dicembre, termineranno a fine gennaio.

Il muro, formato da gabbioni riempiti di pietre, era stato progettato da FerrovieNord, che già in passato si era servita di misure simili per prevenire gli scivolamenti di terreno. In seguito alle riunioni svolte in Prefettura durante l’estate contro la criminalità e l’insicurezza della linea ferroviaria S9 (la Saronno-Seregno), il progetto è stato però modificato, per trasformare il muro in un deterrente allo spaccio. «Il muro è stato potenziato, rendendolo un po’ più lungo e un po’ più alto per impedire l’attraversamento dei binari e l’andirivieni dal bosco. Il tutto senza un eccessivo rincaro sul costo finale, 90mila euro a carico di FerrovieNord – afferma l’ufficio stampa della società -. Si sono dunque contemperate, in un unico intervento, due esigenze diverse. E a marzo verranno piantumate delle edere che ricopriranno i gabbioni, rendendo migliore l’aspetto della stazione».

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Un’ottima soluzione secondo il sindaco, Gigi Ponti, che sottolinea come quella del muro sia comunque solo una delle misure a favore della sicurezza, accanto a un servizio di vigilanza che controlla la linea S9.

Inutile dire che, se per qualcuno è un primo passo nella lotta alla criminalità, per molti un muro non basta. Anche perché in tanti pensano che la sua sola funzione sia quella “anti-droga”: e i muri, si sa, sono fatti per

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essere scavalcati. «Credo sia un’assurdità – sostiene per esempio Matteo Gavioli, residente alla Snia ed ex candidato alle elezioni amministrative del 2012 con la lista civica “Uniti per cambiare Villaggio Snia” -. Se l’installazione ha come unico scopo quello di evitare che spacciatori e malintenzionati facciano i loro affari loschi in stazione non ha alcuna utilità, dato che queste persone non avranno alcuna difficoltà ad aggirarlo o anche scavalcarlo. È un classico di questa amministrazione miope, mettere una toppa laddove servono soluzioni davvero serie e concrete, come l’installazione di telecamere a circuito chiuso e l’aumento esponenziale dei controlli nelle stazioni e sui convogli. In un mondo dove i muri vengono condannati perché dividono, è assurdo che nella democratica Cesano vengano erette certe nefandezze. Qui viviamo un grosso problema socio-culturale, non c’è integrazione, non c’è controllo, non c’è sicurezza, non esistono progetti a medio-lungo termine. La gente non si sente di certo sicura e in molti, soprattutto gli anziani, non si sentono a loro agio ad uscire la sera. Frutto di una classe politica cesanese che governa da oltre 20 anni e che inspiegabilmente, nonostante i danni perpetrati, viene ogni volta eletta dai cittadini».

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