Seveso, è Il Griso il bar dell’anno dove bere un caffè d’eccezione

La microtorrefazione sevesina è stata premiata ai Barawards 2016 come miglior bar caffetteria dell'anno. Siamo andati a vedere com'è (e a berci un caffè).

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Vale la pena pagare un caffè 2,50 euro? Forse sì, se si tratta del Blue mountain coffee, pregiatissima ed esclusiva varietà di arabica che cresce, appunto, sulle Blue mountains della Giamaica, a 2350 metri di altezza: prodotto in ridotte quantità e conservato in barili, ha un aroma unico, con sentori di tabacco e cioccolato e note acidule agrumate. Un viaggio formato tazzina, insomma, con la necessaria guida di un barista esperto che inviti alla degustazione. Una rarità che però si trova a Il Griso, microtorrefazione nel centro di Seveso che lo scorso 12 dicembre è stata premiata con il titolo di miglior bar caffetteria dell’anno ai Barawards 2016, il concorso che premia le eccellenze dell’ospitalità italiana organizzato da Bargiornale e Ristoranti, riviste di settore del Gruppo Tecniche Nuove. Un riconoscimento importante che si aggiunge alla menzione del Gambero Rosso, che a luglio aveva indicato Il Griso, piccolo locale dal nome manzoniano e pochi posti a sedere, come uno dei bar più innovativi dove assaporare un caffè di qualità, unica realtà di provincia accanto ad altri cinque locali milanesi.

Merito delle materie prime di altissimo livello, ma anche e soprattutto dei titolari, Claudia Balzan e il mastro torrefattore Antonio Biscotti che, dopo una decina d’anni passati a lavorare nel locale di via Tommaseo, nel 2000 hanno deciso di rilevare l’attività, associandosi a Scae (Specialty Coffee Association of Europe), la più importante associazione di settore dedicata al caffè di qualità. Una scommessa che puntava sull’eccellenza di un servizio unico: otto miscele e diversi sistemi di estrazione, dal classico espresso ai più innovativi aeropress e cold brew, fino all’ibrik (il tradizionale caffè alla turca). Più qualche chicca per stuzzicare curiosità e palato, come il Blue mountain coffee, appunto, che è la particolarità di questo periodo prenatalizio. Tanto da educare, un caffè dopo l’altro, il palato degli avventori: «Li abbiamo resi esigenti – commenta ridendo Balzan -. Dopo le prime volte, i clienti chiedono sempre di provare qualcosa di nuovo, magari incuriositi dalle scelte degli altri: insieme cerchiamo di allenarli a riconoscere aromi e sfumature di gusto, a seconda della miscela, dell’estrazione e del grado di tostatura». Il Griso organizza anche serate e minicorsi di degustazione, per sfatare falsi miti, scoprire i trucchi del mestiere o imparare a farsi in casa un buon caffè, per davvero. «Sembra che a preparare la moka siano capaci tutti, anche i bambini, ma non è così. A differenza della macchinetta con la moka il gusto cambia ogni volta, è il suo bello: anche per quest piace sempre moltissimo – spiega per esempio Biscotti -. Ma se annusandola sa di umido, meglio buttarla, idem se è di alluminio e sono già passati un paio di anni: si formano dei residui che è difficile eliminare».

Oltre al caffè, ovviamente (da poco, per i brianzoli più nostalgici, disponibile in pacchetti e confezioni con foto della Seveso d’epoca), Il Griso propone tè, infusi, cioccolato, persino liquori e birra. Purché di nicchia: «Vogliamo offrire prodotti particolari e di qualità – afferma Balzan mostrando i chicchi di caffè da tostare nel locale sul retro -. Anche se serviamo altri bar nella zona, e diverse realtà si appoggiano a noi per le miscele, la nostra ragione d’esistere sta proprio nel proporre e far scoprire quel che normalmente non entra nei circuiti della grande distribuzione».

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