Politica

Referendum: il capogruppo Pd Regione Lombardia Brambilla voterà No

Sei domande per capire perchè voterà No il 4 dicembre. Ecco l’intervista.


MBNews intervista in questi giorni precedenti al giorno del voto personalità note. Un viaggio tra chi è a favore e chi è contro.

Con il referendum costituzionale del 4 dicembre gli italiani sono chiamati a respingere o approvare la riforma Boschi-Renzi. I contenuti sono da mesi al centro del confronto e del dibattito sia dei partiti che degli esperti. Anche la Brianza si sta muovendo in tal senso, già da tempo si sono formati gli schieramenti del sì e del no, sono stati proposti dibattiti e convegni e tantissimi appuntamenti sono in programma proprio in questi giorni.

In sintesi: Il Ddl, definitivamente approvato lo scorso aprile, prevede la fine del bicameralismo perfetto tramite una profonda riforma delle funzioni del Senato, la riduzione dell’autonomia delle regioni e una serie di interventi minori, come l’abolizione del CNEL.

A loro abbiamo posto sei domande. A partire da oggi e a seguire nelle prossime settimane pubblicheremo le loro risposte.

Enrico Brambilla (capogruppo del Partito Democratico in Regione Lombardia) voterò “No” al referendum, ecco perché.

1) Il Parlamento e la fine del bicameralismo paritario. Un bene o un male?
Premesso che il bicameralismo paritario (che funziona in Paesi come gli Stati Uniti) non è il principale responsabile della scarsa qualità legislativa del nostro Parlamento, la sua fine potrebbe essere un bene se sostituito con qualcosa di meglio. E’ un male nel momento in cui tra le due soluzioni possibili (monocameralismo ovvero istituzione di una Camera delle Regioni) è stata scelta una confusa terza via.

2) Cambieranno i poteri del Governo. La riforma porterà a una maggiore governabilità?
Non è scontato. La governabilità può essere assicurata dalla chiarezza e condivisione degli intenti politici, non da forzature istituzionali.

3) Quale impatto ha la riforma sul rapporto Stato-Regioni?
La minor autonomia delle Regioni a Statuto Ordinario, il mantenimento dei privilegi antistorici di quelle speciali e l’affermazione della Supremazia incondizionata dello Stato. Di fatto una centralizzazione che contraddice l’art.5 in tema di promozione delle autonomie. Questo è il principale motivo del mio voto contrario.

4) La riforma porterà vantaggi economici?
Per i vantaggi economici ci sono le leggi ordinarie. La Costituzione deve assicurare anzitutto il rispetto dei diritti dei cittadini e promuovere la democrazia.

5) Nell’accoppiata Italicum e riforma costituzionale si ha uno spostamento dell’asse istituzionale a favore dell’esecutivo?
Se l’Italicum dovesse rimanere invariato avremmo un partito solo al comando, con una sorta di premierato non dichiarato e senza i contrappesi necessari.

6) Grazie all’introduzione del referendum propositivo e alle modifiche sul quorum referendario migliora la qualità delle democrazia?
Il referendum propositivo è solo enunciato, la sua attuazione è rinviata a legge ordinaria e solo poi lo si potrà giudicare. La modifica sul quorum, positiva, è controbilanciata dalla richiesta di un maggior numero di firme. Comunque, io ritengo si debba innanzitutto rafforzare la democrazia rappresentativa.

 

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