Un imprenditore su tre vende alla criminalità per salvare l’azienda. E’ questo il risultato emerso dall’ultimo studio realizzato da Camera di commercio di Monza nell’ambito dell’indagine “Imprese e legalità” presentato giovedì pomeriggio nella sede di piazza Cambiaghi.
All’incontro hanno partecipato anche i vertici delle forze dell’ordine, Giovanna Vilasi Prefetto della Provincia di Monza e Brianza, Giuseppe Airò Presidente f.f. Tribunale di Monza, Gian Antonio Girelli Presidente Commissione Speciale Antimafia Regione Lombardia, Sergio Valentini, Direttore Promozione e Sviluppo del Territorio Unioncamere Lombardia, Enzo Giussani Coordinamento Libera di Monza e Brianza.
Durante l’incontro sono intervenuti anche Don Marcello Cozzi Responsabile nazionale Sos Giustizia – Libera e Presidente Fondazione Nazionale Antiusura Interesse Uomo. Presente anche il giornalista scrittore Luca Scarpetta, autore de “L’ultimo confidente”. A fare gli onori di casa, Carlo Valli, presidente della Camera di commercio.
Lo studio ha evidenziato che la maggioranza degli imprenditori lombardi crede che la presenza delle organizzazioni criminali di stampo mafioso in Lombardia sia un fenomeno favorito dalle infiltrazioni della malavita nella Pubblica Amministrazione per ottenere appalti (53,3%). Per molti è quasi un fenomeno naturale, legato alla ricchezza del territorio, acuito poi dalla crisi: secondo gli imprenditori lombardi, ha avvantaggiato mafia e ‘ndrangheta offrendo un più “facile credito” (59,6%) e possibilità di commesse e lavoro (34,8%).
Il prefetto Vilasi ha evidenziato come i dati sull’usura siano in flessione, ma che le richieste di accesso al fondo di solidarietà siano in aumento. “Il dato – ha spiegato – fa riflettere. E’ evidente che esiste una realtà sommersa che non deve essere assolutamente trascurata”.
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