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Il Monza Club ha ricordato Cappelletti, il Presidentissimo dei favolosi anni ’70

Una cinquantina di tifosi ha partecipato sabato mattina al cimitero di via Foscolo alla commemorazione dell’ex presidente dell’Ac Monza, Giovanni Cappelletti.

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Una cinquantina di tifosi ha partecipato sabato mattina al cimitero di via Foscolo alla commemorazione dell’ex presidente dell’Associazione Calcio Monza, Giovanni Cappelletti, nel trentesimo anniversario della tragica scomparsa in un incidente stradale.

L’iniziativa, organizzata dal Monza Club, difficilmente sarà ripetuta per altri presidenti della storia biancorossa perché lo “Sciur Giuan” è stato l’unico a portare la squadra a uno spareggio per la promozione in Serie A, l’unico che è riuscito a far sognare i tifosi di calcio monzesi non omologati nel classico tifo per una delle tre “grandi” d’Italia (Milan, Inter, Juve).

Cappelletti fu presidente del Monza dal 1972 al 1980: dopo la retrocessione in Serie C della prima stagione, conquistò due Coppe Italia Semiprofessionisti e una Coppa Anglo-Italiana, ottenne una promozione in Serie B e sfiorò per quattro anni consecutivi la Serie A.

calcio-monza-club-cimitero-mbIl suo Monza fu così forte e spettacolare da essere soprannominato il “Borussia di Brianza”. La squadra giocò per anni allo stadio Sada circondata da un’aura mitica dalla quale la generazione nata negli anni ’60 ne fu attratta e rapita. Allora le due squadre meneghine stentavano parecchio e non furono pochi i milanesi che s’innamorarono di quello che il grande giornalista Gianni Brera definì come il Chelsea italiano, la terza squadra della metropoli. Soprattutto al Nord il Monza diventò la seconda squadra di molti, quella per cui simpatizzare, anche per via della sfortuna che la perseguitava e che inteneriva, di quella Serie A sempre sfuggita sul traguardo. Una maledizione ripresa anche nel film “Agenzia Riccardo Finzi… praticamente detective” con Renato Pozzetto nella parte di un frustrato tifoso biancorosso.

calcio-monza-club-ripamonti-mbTra i milanesi, in questo caso milanisti, convertiti al verbo biancorosso ci fu anche Gianni Santoro, autore del libro per il centenario del “1912”, che per l’occasione della commemorazione di Cappelletti ha pubblicato un suo ricordo sul blog 100x100Monza, letto da Alessandro Ripamonti del Direttivo del Monza Club davanti alla tomba del grande presidente: “Il 20 febbraio di trent’anni fa ci lasciava l’immenso Giovanni Cappelletti. Un incidente stradale sull’autostrada Milano-Venezia si è portato via il ‘Presidentissimo’, l’uomo che ha portato il Monza dove nessun altro è riuscito prima e dopo: in cima ai sogni. Grazie a Cappelletti, la società biancorossa ha vissuto anni meravigliosi. Era un grande appassionato di sport, di calcio, amava il ‘suo’ Monza come un figlio. La gente di Brianza affollava il Sada sognando la Serie A, sempre lì a un passo, sfiorata, accarezzata, mai colta, ma va bene così. Perché a volte basta sognare, per sentirsi felici, e la gente di Monza e Brianza si è sentita felice, nel vedere la propria squadra del cuore lottare, vincere, entusiasmare. Grazie Giovanni! Ci manca davvero tanto un uomo come te!”.

I tifosi del club organizzato hanno deposto una corona di fiori recante la scritta “Il Monza Club ti ha nel cuore” e una bandiera biancorossa e hanno mostrato uno stendardo di ringraziamento poi donato ai familiari di Cappelletti.

Dopo qualche minuto di raccoglimento l’allenatore del “Borussia di Brianza” Alfredo Magni ha voluto dire due parole e ha concluso l’intervento pregando ad alta voce: “Cappelletti per me è stato un padre: era un uomo straordinario. Ho trascorso con lui anni meravigliosi: purtroppo ‘siamo andati a Roma senza vedere il Papa’…”.

Successivamente anche Giorgio Vitali, il direttore sportivo del “Borussia di Brianza”, tra l’altro attualmente osservatore della Società Sportiva Dilettantistica Monza 1912, ha deciso di ricordarlo non solo come una bella persona, ma pure per le competenze: “In quattro anni che abbiamo lavorato assieme abbiamo cresciuto 12 o 13 giocatori che sono poi andati in Serie A: era il suo orgoglio. Mi ha sempre appoggiato nel mio lavoro e si è sempre comportato da gran signore. Quando ci siamo lasciati abbiamo pianto assieme a casa sua in via Missori”.

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A margine della commemorazione abbiamo chiesto cosa abbia spinto il Monza Club a organizzare una cerimonia del genere al portavoce Maurizio Silva: “È grazie a quest’uomo che io sono tifoso del Monza: ‘grazie’ perché sono orgoglioso di non far parte della massa dei tifosi delle grandi squadre. Se non ci fosse stato lui, adesso lo zoccolo duro della tifoseria, quella che va ancora allo stadio, non esisterebbe, perché è stato l’unico che ci ha fatto sognare. Ai tempi delle promozioni in Serie A mancate eravamo delusi, ma ora possiamo dire solo una frase: grazie presidente”.

A proposito di presidente, alla commemorazione ha partecipato anche l’attuale “patron” del Monza 1912, Nicola Colombo: “Cappelletti è stato il mio primo presidente, perché lo è diventato che avevo 4 anni, facendomi appassionare al calcio, facendomi innamorare di una grande squadra, che dava spettacolo e riempiva lo stadio. Sicuramente ha costruito il Monza più bello di sempre, insieme ad altri imprenditori di quel periodo tra cui mio padre Felice. Non sarà facile ripercorrere quel tragitto eccezionale dalla Serie C alla quasi Serie A perché l’ambiente calcistico è molto diverso da allora. La speranza è di colmare almeno in parte con l’aiuto di qualche socio la distanza tra la Serie D attuale e quella quasi Serie A”.

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