Le smart city al centro del XV Premio Sapio. Ecco i vincitori 2015

Premio Sapio per la Ricerca e quest'anno anche per l’Innovazione per scoprire quanto vale una città smart e quali progetti hanno in mente (e nel cuore) i nostri giovani.

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La sfida della Smart City può essere vinta con il coinvolgimento delle istituzioni, delle aziende e di tutti i cittadini, valorizzando e mettendo a sistema le proposte innovative che vengono “dal basso”.
La seconda Giornata di studio della XV edizione del Premio Sapio per la Ricerca e quest’anno anche per  l’Innovazione si tenuta ieri a Milano presso Palazzo Giureconsulti, sede anche della Camera di Commercio. In una data speciale per il Gruppo Sapio dato che ha coinciso con l’anniversario di fondazione dell’azienda che proprio ieri ha spento 93 candeline. Un premio dedicato ai giovani, ma anche con un pensiero, e non poteva che essere così, alle vittime di Parigi, tra le quali molti erano studenti.

Presenti in sala oltre a numerosi professori di università, di licei e ricercatori anche volti noti del mondo politico ed economico della Brianza come il presidente della camera di commercio di Monza e Brianza, Carlo Edoardo Valli, l’ex presidente di Confindustria Monza e Brianza, Renato Cerioli e anche Dario Allevi, primo presidente della provincia di Monza e Brianza. Solo per citare alcuni dei nomi dei presenti che dalla Brianza  sono venuti a Milano per partecipare a questo importante momento.
Premio sapio XV edizione  (3)Alla XV edizione del prestigioso e noto Premio Sapio, dedicato quest’anno al tema della Smart city e allo sviluppo economico e intelligente della città, il Gruppo Sapio ha premiato alcune idee “smart” nate da giovani menti italiane.  
“Tutti dovremmo avere una vita più smart – esordisce Alberto Dossi, presidente della Sapio (in foto) e ideatore di questa iniziativa che ha come scopo principale sostenere ogni anno con dei fondi progetti meritevoli – La Smart City del futuro dovrà basarsi sull’efficienza, realizzabile attraverso gestione manageriale, integrazione delle infrastrutture di comunicazione e partecipazione attiva dei cittadini: questo implica un nuovo tipo di governance, con il coinvolgimento del cittadino nella politica pubblica. Le smart cities sono una sfida che può essere vinta solo attraverso la consapevolezza e la partecipazione di tutti: università, istituzioni e aziende insieme, per aiutare i prossimi protagonisti della classe dirigente”.
Le smart city sono città che vivono il presente e hanno un sguardo sul futuro ecologico, moderno e tecnologico. Se il 75% della popolazione vive in città, e il dato prossimo prevede una crescita di questa percentuale, è per questo che bisogna puntare ad avere delle città che abbiamo come obiettivo lo stop al consumo di suolo, la riduzione dei rifiuti e dell’inquinamento in genere. “In Italia il 70% dei comuni con almeno 40mila abitanti porta avanti almeno un progetto smart – rivela Giulio Salvadori, dell’Osservatorio Internet of Things del Politecnico di Milano, che aggiunge – Se le nostre città fossero più intelligenti si risparmierebbero 4,2 miliardi di euro, si immetterebbero nell’ambiente  7 milioni di CO2 in meno e sopratutto ognuno di noi guadagnerebbe cinque giorni di vita che oggi usiamo in code varie.” Ecco quanto vale oggi credere nell’innovazione.
Il fil rouge della giornata è stato il futuro della città intelligente, smart city appunto.  Ed è stato dato, grazie agli studiosi intervenuti, come Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana, ma anche grazie a Mario Melazzini, assessore alla Ricerca e Innovazione di Regione Lombardia, un quadro esaustivo dello stato attuale dell’innovazione e della ricerca in questo campo. I temi messi sul tappetto sono stati quelli della “smart governance”, della “smart economy” e della “smart environment”, evidenziando i possibili modelli di governo, ma anche le soluzioni più efficienti per la gestione intelligente dell’energia e dell’ambiente.

“L’idea è quella di passare da economia lineare, fatta di produzione, consumo e scarto ad una di tipo circolare che segue il modello di produzione, consumo e riciclo” – ha chiosato Alberto Dossi sintetizzando chiaramente le direttrici indicate dagli studiosi e ha aggiunto: “Senza innovazione, creatività, talenti, valore alla ricerca e soprattutto senza risorse per l’innovazione non c’è sviluppo per il Paese. Per questo, da 15 anni con il Premio Sapio sosteniamo i ricercatori più meritevoli in Italia dando loro riconoscimenti in denaro ma anche la giusta visibilità, così come supportiamo la ricerca attraverso il confronto continuo tra istituzioni pubbliche, università, centri di ricerca e soggetti privati. Ma non è meno importante l’organizzazione di giornate di studio aperte al pubblico, come quella di oggi”.

Il Premio Sapio crede nel Paese e crede nei suoi talenti. Ecco allora salire sul palco per presentare i propri progetti e ricevere l’ambito premio dei giovani intraprendenti e creativi che hanno bisogno di essere supportati, incoraggiati, fatti conoscere e messi in rete.
C’è “MOMmut”, la culla intelligente degli studenti del Liceo scientifico “Paulucci“ di Calboli di Forlì, che grazie a un dispositivo e a un braccialetto hi-tech è in grado di capire quando il neonato si sta per svegliare, capisce che tipo di bisogno primario ha e nel caso è anche in grado di cercare di riaddormentarlo. Una culla così intelligente che può imparare grazie ad un algoritmo dai propri errori.
Seconda presentazione è quella di “Students on Stage”, realizzato dai liceali dell’Istituto “Leone XIII” di Milano: una piattaforma online che mette in comunicazione gli studenti del triennio delle scuole superiori di tutta Italia con il mondo aziendale, in modo da realizzare stage formativi e lavorativi.
E ancora un progetto rivolto al mondo degli studenti con “Student Lab”, che intende sviluppare sinergie tra scuole, università e imprese per ridurre il gap tra formazione e lavoro e contribuire allo sviluppo socio-economico del territorio, coinvolgendo gli studenti delle scuole in programmi formativi e attività con aziende partner, per favorire l’autoimpiego e imparare a “fare impresa”. Interviene, stupendo la platea, Andrea Senacheribbe, studente, unico finalista italiano di Google Science Fair, selezionato per il suo algoritmo genetico finalizzato alla ricerca di un farmaco anti-Ebola. “Sono degli studi che ho fatto in casa con il mio computer applicando i concetti della selezione genetica alle cellule: potenzialmente potrei essere in grado di creare dei farmaci per sconfiggere mali come l’ebola.”

La giornata di studio si è conclusa con una tavola rotonda sulla Smart City moderata da Marco Gisotti, in cui sono intervenuti Alberto Pavan, Ricercatore del Politecnico di Milano, Responsabile scientifico progetto INNOVance; Maurizio Mariani, Fondatore di Risteco; Mario Paterlini, AD del Gruppo Sapio; Marco Buonaguidi, Managing Director di Perkin Elmer; Armando De Crinito, Direttore Generale Vicario, Università, Ricerca e Open Innovation di Regione Lombardia; Nicola Pirrone, Direttore dell’Istituto sull’Inquinamento atmosferico del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Alla fine i giovani innovatori hanno ricevuto ognuno il loro diploma. Una conferma per loro, ma anche per noi, che questa è la direzione giusta di dove investire.

 

Foto credit Marco Brioschi

 

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