Politica

Pedemontana, gara deserta: le banche non finanziano. Chi metterà i soldi?

Il comitato medese Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile avverte: c'è il rischio che i buchi nel budget di Pedemontana siano riempiti da soldi pubblici.

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I soldi per continuare i lavori di Pedemontana sembrano essere finiti. L’ha ricordato di recente anche Gianmarco Corbetta, consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle, e Gigi Ponti, presidente della Provincia MB. E allora da chi arriveranno i soldi?

Il comitato Insieme in Rete per uno Sviluppo Sostenibile è preoccupato che i fondi verranno prelevati dalle casse pubbliche. La gara indetta per trovare un nuovo prestito ponte non ha portato risultati: nessun istituto di credito si è fatti avanti, anzi, l’assemblea degli azionisti di Banca Intesa ha detto di volersi ritirare, tanto che il termine di partecipazione alla gara è stato prorogato fino al 25 novembre.

«Eppure quelli che vogliono questa inutile e devastante infrastruttura ad ogni costo, (Maroni, Cattaneo, gli assessori regionali Sorte e Sala e anche, seppur ora in modo più defilato, Alfieri del Pd) continuano a ripetere come un disco rotto che questa autostrada si deve fare e si farà – commentano gli attivisti di Insieme in Rete -. Non vorremmo correre il rischio che qualcuno, con la solita italica impudenza, s’azzardi, per forzare la mano, ad aprire cantieri sulla tratta B2, giusto per poi chiedere a gran voce soldi pubblici per la copertura economica. Questo film è, purtroppo, già andato in onda e riguardava la tratta B1, dove, pur di realizzare il solo nastro d’asfalto autostradale, la cosiddetta variante per Expo, hanno lì dirottato le risorse pubbliche che erano previste per l’intera tratta, ottenendo successivamente la defiscalizzazione per 385 milioni di euro. Inoltre – concludono – si è ancora in attesa della realizzazione delle compensazioni ambientali per le tratte A e B1, ancora in alto mare nonostante gli annunci».

Insieme in Rete lo dice da tempo, la Pedemontana si fermi lì, dove purtroppo è arrivata, si facciano le Compensazioni Ambientali previste sulle tratte A, B1 e sulle tangenziali di Como e Varese e si discuta CON TUTTI – ambientalisti compresi- su come risolvere il problema dei nuovi volumi di traffico (semprechè ci siano, visto che APL li considera ininfluenti -ma allora a che serve la B1 ?) che si riverseranno sulla Milano-Meda all’apertura della B1.
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