Salute

Novità dal CAM: arriva il test prenatale per valutare il rischio di anomalie fetali

Grazie alla nuova tecnologia introdotta, l’analisi del campione consente di rilevare il rischio delle più frequenti trisomie fetali.

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Dopo l’introduzione in Italia dei NIPT, avvenuta con il CAM nel marzo del 2013, i test prenatali non invasivi proposti oggi sul mercato nazionale sono criticamente numerosi, tante e delicate sono le posizioni al riguardo ed esponenziale il numero di donne in cerca di maggiori informazioni sul tema, alla luce della statistica secondo la quale circa l’1% dei feti presenta anomalie cromosomiche.

In questo contesto, il CAM, grazie al proprio network europeo Labco, ha compiuto ancora un grande salto scientifico, introducendo neoBona, un test di nuova generazione, che garantisce maggiore affidabilità, rapidità e precisione. Sviluppato integrando le nuove tecnologie di Illumina -leader mondiale nel sequenziamento del DNA- e l’esperienza di Labco -riferimento europeo nel campo della Diagnosi Prenatale-, il test rappresenta una radicale evoluzione delle precedenti metodiche per rilevare il rischio di anomalie cromosomiche nel feto.

Grazie alla nuova tecnologia, a differenza degli altri NIPT, con neoBona l’analisi del campione viene realizzata tramite sequenziamento massivo parallelo con letture del DNA di tipo paired-end (letture accoppiate) invece di letture single-end. Questa evoluzione tecnologica, in aggiunta a un nuovo algoritmo nello studio bioinformatico dei dati, migliora l’attendibilità del test. Solo neoBona, infatti, aggiunge al sequenziamento massivo la definizione della frazione fetaledistinguendo il DNA del nascituro da quello di origine materna con questa metodica innovativa ed esclusiva, che garantisce una maggior affidabilità del risultato finale. Privo di rischi per la madre e per il feto, poiché si basa su un piccolo campione di sangue materno ottenuto tramite un tradizionale prelievo, neoBona è indicato dalla decima settimana di gestazione e può essere eseguito anche in caso di riproduzione assistita, compresa la fecondazione in vitro per ovodonazione e in caso di gravidanza gemellare.

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NeoBona consente di rilevare il rischio delle più frequenti trisomie fetali – trisomia 21 o Sindrome di Down, trisomia 18 o Sindrome di Edwards e trisomia 13 o Sindrome di Patau-, permette di rilevare il sesso del feto e il rischio di eventuali alterazioni dei cromosomi sessuali. Rispetto ai tradizionali test di screening consente di evitare un gran numero di approfondimenti invasivi (con rischio di aborto) non necessari, poiché ha un tasso di falsi positivi inferiore allo 0,1% (contro il 5% del test combinato).

Nelle sedi CAM (32 tra Monza, Brianza e hinterland milanese) e negli altri centri del gruppo Labco Italia (Istituto SDN a Napoli, Il Baluardo a Genova e in diverse città della Liguria), le gestanti possono sottoporsi al test a partire dalla decima settimana di gravidanza, ottenendo il risultato in 7 giorni lavorativi.

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*Questo contenuto non è un articolo prodotto dalla redazione di MBNews, ma è un comunicato proveniente da fonte esterna (Ufficio Stampa CAM di Monza) e pubblicato integralmente.

Foto gentilmente concessa dall’Ufficio Stampa CAM di Monza.

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