Piffer: “Monza non è un paese per cani”. Polemica sui nuovi divieti

«Monza non è un paese per cani». Paolo Piffer ha chiesto delucidazioni circa la comparsa di numerosi cartelli che vietano agli amici a quattro zampe di entrare in alcune aree verdi.

monza cartelli divieto di accesso ai cani

«Monza non è un paese per cani». A parlare è il consigliere di PrimaVera Monza, Paolo Piffer, che nel corso della seduta dell’Assise cittadina di ieri ha chiesto delucidazioni circa la comparsa di numerosi cartelli sparsi per la città che vietano agli amici a quattro zampe di entrare in alcune aree verdi.

«Un provvedimento, quello dell’Amministrazione, assolutamente inopportuno. – spiega Piffer – Sarebbe servita una campagna di sensibilizzazione, più aree cani, più cestini, distributori di sacchetti igienici per le strade, invece ci si limita a vietare costringendo giovani e meno giovani a ricercare di giorno e di notte un’area “legale” sperando che sia in buone condizioni».

La risposta da parte dell’assessore al Decoro urbano, Antonio Marrazzo, è giunta prontamente: «I cartelli non sono sono stati collocati in modo capillare ma in circa 50 aree. Non è stata avviata nessuna crociata nei confronti di padroni e cani di cui vogliamo il benessere. A Monza ci sono circa 15mila cani e possono determinare qualche problema, ad esempio impedire agli operatori che falciano l’erba di poter lavorare normalmente. Così come la fruibilità delle aree verdi spesso è impedito dalla leggerezza di alcuni di calpestare le aiuole o lasciare liberi i cani in presenza anche di bambini. L’iniziativa sottolineo è stata apprezzata soprattutto dai proprietari dei cani. Ci sono poi alcuni incivili che non raccolgono i bisogni dei proprio animali, non solo nei giardini, ma anche ai margini della strada, ma questo è un altro problema che affronteremo. Certo si può pensare di modificare l’orario di apertura delle aree, aumentare le aree per i cani, o creare una mini area recintata all’interno di spazi verdi. A breve partirà una campagna di sensibilizzazione su tale argomento a firma dell’Enpa».

«Capisco ma non condivido – ha commentato Piffer – ci sono molte persone anziane che hanno un cagnolino e mi risulta difficile pensare che, soprattutto nelle ore serali, possano compiere un tragitto di centinaia di metri per portare il proprio animale a fare una passeggiatina».

Non solo, da quando sono comparsi cartelli si sono aperte discussioni anche tra i cittadini e non è mancato chi ha definito la scelta una classica scorciatoia all’italiana: “Dato che il comune non riusciva a beccare quelli che non raccolgono le feci dei cani, e multarli, si è deciso di impedire a tutti di far camminare i cani sulle aiuole. Come al solito, per colpa dei solito maleducati, alla fine pagano tutti i cittadini.”

 

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