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Baldoni e gli altri: la storia sportiva di Monza nell’oblio

“Nemo propheta in patria” dicevano i latini. È la storia di Pieralberto Baldoni e di molti altri grandi personaggi dello sport locale, dimenticati dalla loro città: Monza.

atletica-by-Luca-Renoldi

“Nemo propheta in patria” dicevano i latini. È la storia di Pieralberto Baldoni e di molti altri grandi personaggi dello sport locale, dimenticati dalla loro città: Monza.

Baldoni è stato dal 1965 al 2005 il presidente della Società Ginnastica Monzese Forti e Liberi e successivamente presidente onorario. Per essa è morto il 2 febbraio 2011: fu infatti colto da un grave malore mentre si trovava in Municipio a chiedere un aiuto per la polisportiva bianconera, fondata nel 1878 e dunque tra le più antiche d’Italia. Allora la società annoverava le sezioni di ginnastica, atletica e pallacanestro. Ora è rimasta solo la ginnastica perché le altre due sezioni si sono costituite in club autonomi (Atletica Monza e Forti e Liberi Monza 1878 Associazione Sportiva Dilettantistica).

Lo stimato dirigente, originario di Savignano sul Rubicone ma di famiglia marchigiana, nel 1993 fu insignito del Giovannino d’Oro, benemerenza della Città di Monza. Nel 1967 festeggiò da presidente il ricevimento per la sua Forti e Liberi della Stella d’Oro del CONI.

fabio-baldoniEbbene, il figlio Fabio ci rivela un’amara verità: “Sono trascorsi 4 anni dalla morte di papà e nessuno in città si ricorda più di lui, un uomo che ha speso una vita intera per far fare sport a migliaia di giovani… Qualche settimana fa ho ricevuto una telefonata da Gloria Di Benedetto, ex segretaria della sezione pallacanestro della Forti e Liberi e ora dirigente cestistica nelle Marche, che mi chiedeva se a Porto San Giorgio potevano intitolare la prima edizione di un importante torneo internazionale di pallacanestro a mio padre. Si tratta del 1° Trofeo del mare Porto San Giorgio “Memorial Pieralberto Baldoni”, che si svolgerà il 4 e 5 settembre al PalaSavelli della cittadina in provincia di Fermo; le squadre partecipanti saranno quattro e tutte della massima serie: Enel Brindisi, Vanoli Cremona, la neopromossa Auxilium CUS Torino e la turca Banvit Kulübü di Bandırma. La cosa mi ha sinceramente commosso perché tra l’altro stiamo parlando di  una persona, Gloria Di Benedetto, che ha conosciuto poco mio papà. A Monza c’è gente che ha collaborato con lui per 30 o 40 anni e non ha mai pensato a ricordarlo in qualche modo”.

“In particolare – aggiunge Baldoni – mi riferisco a qualcuno della Forti e Liberi Monza 1878 e a qualcuno dell’Unione Società Sportive Monza e Brianza. I primi non hanno mai intitolato un premio a mio padre in occasione dell’annuale torneo internazionale di basket giovanile Coppa Alberto Giove. I secondi non hanno mai organizzato nulla in sua memoria in occasione dell’annuale Festival dello sport, nonostante egli sia stato uno dei fondatori dell’associazione e abbia fatto parte per decine di anni del Consiglio direttivo. Poi c’è l’Amministrazione comunale, che attraverso il consigliere delegato allo Sport, Silvano Appiani, tra l’altro dirigente della Forti e Liberi quando mio padre era presidente, mi aveva assicurato che avrebbe intitolato il centro sportivo di viale Battisti (il cosiddetto “PalaForti”, ndr) a Pieralberto Baldoni al termine della ristrutturazione. Di questa cosa non ho saputo più niente”.

Silvano Appiani

Silvano Appiani

Ad Appiani, chiamato in causa con nome e cognome, abbiamo chiesto chiarimenti e questa è stata la sua risposta: “I lavori di ristrutturazione del centro sportivo di viale Battisti inizieranno a maggio o giugno del 2016 e dureranno per quasi un anno. Doveva essere una sorpresa per la cittadinanza, ma confermo che l’intenzione dell’Amministrazione comunale è quella di posare, al termine dei lavori, una targa in memoria di Pieralberto Baldoni e del suo operato a favore dello sport monzese”.

Baldoni non è l’unico grande dirigente sportivo dimenticato dai suoi concittadini. Tra i tanti finiti nell’oblio ci piace ricordare Giovanni Cappelletti, il presidente del Calcio Monza che sfiorò per quattro anni consecutivi la Serie A e che meriterebbe l’intitolazione dello stadio Brianteo, soprattutto alla luce della sufficiente, cattiva o pessima gestione (a seconda dei casi) di chi l’ha seguito nella carica. E poi Bruno Citterio e Pierangelo Ferlinghetti, i due avversari nell’hockey su pista, il primo del Monza e il secondo degli scissionisti del Roller Monza, accomunati da una grinta straordinaria e dalla incessante lotta contro i “mulini a vento” delle Amministrazioni comunali che per oltre vent’anni hanno snobbato la costruzione di un palazzetto dello sport. E quando questo è sorto si è ritrovato ormai senza hockey d’alto livello e con appiccicato addosso il nome di uno sponsor. A proposito di hockey e pattinaggio, come si fa a far finta che non sia esistito Gustavo Luigi Kullmann? Cofondatore dell’Hockey Monza e poi dello Skating Monza, è stato uno dei più grandi giocatori di hockey italiani della storia e successivamente allenatore vincente di hockeysti e pattinatori; Stella d’Oro del CONI, ma anche Stella al merito di guerra, Cavaliere ufficiale della Repubblica Italiana, Medaglia d’Oro della Confindustria, Stella al merito del lavoro, Maestro del lavoro, Giovannino d’Oro… Forse non gli è stata mai dedicata una via per le sue idee politiche? Le stesse motivazioni fanno pensare a Nazzareno Ceraso, un letterato che ha trascorso 40 anni da professore di Educazione fisica nella sua città adottiva, Monza, a insegnare agli studenti che la prima regola di uno sportivo dev’essere la disciplina. E che al momento di andare in pensione fece un discorso nell’affollata ma silenziosa palestra dell’istituto Mosè Bianchi ricordando ai ragazzi di allora, quelli del 1983, il valore di essere tutti italiani figli del Risorgimento, ricevendo applausi anche dai giovani distanti anni luce dalle sue posizioni politiche. Stiamo parlando di un uomo che ha fondato nel 1970, tra i pionieri in Italia, una società di calcio femminile che nel 2006, un anno prima della sua scomparsa, è arrivata a vincere lo scudetto. Da 45 anni le migliaia di ragazze che hanno potuto giocare a pallone a Monza lo devono a lui. Ma in pochi lo sanno…

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