Cultura

Monza, prima lombarda per “Il Silenzio” di Harold Pinter con Libertamente

Domenica 7 giugno l'associazione culturale Libertamente porta in scena, per la prima volta in Lombardia "Il Silenzio", atto unico di Harold Pinter del 1969.

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Domenica 7 giugno va in scena a Monza, nella Sala della Maddalena, “Il Silenzio” di Harold Pinter: esordio assoluto in Lombardia, la rappresentazione è curata dalla compagnia amatoriale Libertamente, con un prologo in forma di poesia scritta e interpretata dal regista, Luca Napodano.

Atto unico del 1969, “Il Silenzio” è un testo poetico e suggestivo, struggente e, per usare le parole del suo stesso autore, dalla struttura difficile.

Sulla scena troviamo Rumsey, quarantenne malinconico e riflessivo (Marco Maggioni), Ellen, ventenne allegra ma già ferita dalle ostilità della vita (Roberta Magni), e il trentenne Bates, arrabbiato con se stesso per la sua incapacità di esprimere le proprie emozioni (Andrea Rainoldi). Un terzetto che non dialoga, ma coabita sul palcoscenico in un inferno di solitudine, sogni e malinconie, memorie che fuggono e impossibilità di scambio con gli altri.

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“Il Silenzio” affronta il tema della memoria e della sua perdita, dell’amore e della sua assenza, della solitudine: i personaggi sono isolati nei propri spazi e, anche se si incontrano, lo fanno in forma di epifania, evocati dai loro ricordi. Solo quando cade il silenzio Rumsey, Ellen e Bates riescono davvero a stabilire una connessione. «Esistono due tipi di silenzio: il primo quando si tace, il secondo quando si fa un uso torrenziale del linguaggio – ha detto a questo proposito Pinter -. Credo si possa comunicare benissimo solo nel silenzio, nel non detto, e che quanto si verifica sia solo un incessante pretesto, dei disperati tentativi di retroguardia per mantenerci rinchiusi in noi stessi. La comunicazione è troppo allarmante. Entrare nella vita di qualcun altro è troppo spaventoso. Rivelare agli altri la miseria che ci pervade è una possibilità troppo terrificante».

«Questo aspetto positivo del silenzio come unico e vero momento sia di comunicazione verso l’esterno che di trasparenza nell’essere sé stessi è quello che più mi ha affascinato nell’approcciare il testo – spiega Napodano -. Nel vivere quotidiano, tempestati continuamente da stimoli e rumori di ogni genere, il silenzio fa paura perché ci costringere a riflettere e allo stesso tempo ci fa sentire quasi nudi, senza la protezione delle parole pronte a giustificare ogni nostra azione».

Informazioni: Sala della Maddalena, via Santa Maddalena 7, Monza – domenica 7 giugno ore 20.45

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