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Il Monza a Pordenone per i play-out. Pea: “Io contattato per perdere? Non è vero”

Alla vigilia della gara di andata dei play-out per la salvezza il Monza è flagellato dal maltempo e dagli scandali. Eppure allo stadio “Ottavio Bottecchia” di Pordenone dovrà sfoderare una grande prestazione per evitare la Serie D.

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Alla vigilia della gara di andata dei play-out per la salvezza il Monza è flagellato dal maltempo e dagli scandali. Eppure domani allo stadio “Ottavio Bottecchia” di Pordenone (calcio d’inizio alle ore 16, arbitro Pietro Dei Giudici di Latina) dovrà sfoderare una grande prestazione per evitare che la società finisca per la prima volta nella sua storia in Serie D.

Il miglior piazzamento in classifica rispetto ai friulani (battuti per 1-0 sia in trasferta che in casa) consente alla squadra biancorossa di accontentarsi di due pareggi (il ritorno è in programma sette giorni dopo al Brianteo, sempre alle 16), ma non è possibile fare calcoli. Saranno due battaglie da combattere lasciando fuori dal campo tutti gli innumerevoli problemi che hanno contraddistinto la stagione della compagine brianzola. L’allenatore Fulvio Pea è cosciente del compito difficile che attende lui e i suoi ragazzi, almeno quelli rimasti a disposizione al centro sportivo Monzello. Per il match di domani, infatti, il tecnico di Casalpusterlengo dovrà fare a meno di Conti e Torri, squalificati, di El Hasni, convocato dal commissario tecnico della Nazionale tunisina Under 23 per due partite di qualificazione alla fase finale del Campionato Africano di categoria, e di Di Stasio, Ferrara, Corduas, Giorgi, Frasciello, Berchicci, Valle, Toskic e Perna, rientrati nelle rispettive residenze o perché infortunati con prognosi lunghe o perché stufi dei patimenti causati dalla situazione societaria fallimentare. Contro i “ramarri”, allenati da Fabio Rossitto, i biancorossi dovrebbero scendere in campo col seguente 3-5-2: De Lucia in porta, D’Ambrosio, De Bode e Martinez in difesa, Cojocnean, Asante, Uliano, Pessina e Pugliese a centrocampo e Carbonaro e Valencic in attacco.

calcio-monza-pea-sala-stampa-stadio-bergamo-mbLa partita più importante – esordisce Pea – sarà martedì prossimo (giorno in cui è stata fissata la prossima udienza riguardo all’istanza di fallimento presentata dalla Procura della Repubblica, ndr). Quella di domani è solo una tappa di passaggio che purtroppo dobbiamo affrontare. Il campo aveva emesso il verdetto di salvezza per il Monza, ma ci tocca giocare ancora per mettere una toppa alle mancanze societarie (la squadra è finita nei play-out a causa dei 6 punti di penalizzazione inflittigli per il mancato pagamento degli stipendi ai tesserati dallo scorso settembre in poi, ndr). Questa settimana abbiamo lavorato più o meno con la stessa concentrazione di sempre. Certo che quello che è successo (il Monza coinvolto nell’ennesimo calcioscommesse con dirigenti ed ex dirigenti fermati dalla Polizia, ndr) ha colpito l’animo dei giocatori… Prevedo che sarà una partita molto equilibrata e molto accesa. Il terreno pesante non ci faciliterà perché favorirà i più fisici, cioè loro, date anche le assenze tra le nostre fila di Torri e Conti. Il Pordenone ha disputato un girone di ritorno di alto livello: è una società ambiziosa, con un presidente che a gennaio ha fatto grossi investimenti. Speriamo di mantenere il risultato aperto per la gara del Brianteo”.

bingham-pagniello-amiciPea torna quindi su discorsi extracalcistici… “Saranno da valutare le ripercussioni psicologiche sui giocatori per quanto avvenuto in settimana. Non sarà per niente facile assorbire il colpo, anche se la gran parte di loro non giocava nel Monza in quei quattro giorni di dicembre in cui sarebbero avvenuti i tentativi di combine. I ragazzi qualche settimana fa si aspettavano di essere buttati fuori dai ristoranti, di essere buttati fuori dagli alberghi, di fare le docce con l’acqua fredda, di non ricevere gli stipendi, ma non si aspettavano di disputare i play-out. Leggere le carte dell’inchiesta Dirty Soccer è stato per noi tutti sorprendentemente brutto, molto sconfortante, una profonda delusione. Ci siamo sentiti traditi da questo sport. Io vengo tirato in ballo in quanto sarei stato contattato da Morris Pagniello (allora dirigente “ombra” del Monza mentre amministratore unico era l’irlandese Dennis Bingham, ndr) per far perdere il Monza a Bassano del Grappa, proposta che avrei rifiutato. Beh, non sono mai stato chiamato da Pagniello. Devo ammettere che non avevo capito cosa stava succedendo al Monza in quel periodo: se l’avessi intuito me ne sarei andato. La verità è che nessun giocatore biancorosso era corruttibile: questa squadra, staff tecnico compreso, ha fatto vincere la dignità”.

calcio-monza-stadio-brianteo-squadra-pasini-califano-mbAnche per questo Pea, i suoi collaboratori, i giocatori e alcuni dirigenti sono stati ospiti a cena martedì scorso nella sede degli ultras dei SAB, che poi è la sede cittadina dell’associazione socioculturale Lealtà Azione. Proprio quel giorno il direttore sportivo Gianni Califano era stato fermato dalla Polizia per concorso in corruzione di pubblico ufficiale. Dalle carte dell’inchiesta si legge che “in particolare Ulizio Mauro e Ulizio Andrea, con l’intermediazione di Califano Gianni, che agevolava il contatto con il padre Califano Bruno, ben consapevole delle finalità ultime del contatto agevolato, e di Califano Bruno, che faceva proprio da intermediario per il perfezionamento dell’accordo corruttivo e della materiale consegna del prezzo del reato al p.u. corrotto, dietro pagamento di una somma di denaro pari a 2.650 euro, si assicuravano che il funzionario della Motorizzazione Civile di Napoli, preposto alla sessione di esami, agevolasse, come in concreto agevolava, il rilascio del foglio rosa e della patente di guida ad Ulizio Andrea, non esercitando i normali poteri-doveri di controllo e verifica della effettiva preparazione teorico-pratica di Ulizio Andrea, necessaria per ritenere rispettate le condizioni previste dalla legge per l’abilitazione alla guida di autoveicoli”. Ricordiamo che Mauro Ulizio è l’ex direttore generale del Monza, che ieri davanti al giudice per le indagini preliminari di Rimini si è avvalso della facoltà di non rispondere. Califano, invece, in carcere a Monza, è stato rimesso in libertà dopo l’interrogatorio del Gip, in quanto non sarebbero emersi gravi indizi di colpevolezza tali da giustificare la detenzione.

calcio-monza-lugani-montaquila-di-stanislao-russo-mbA proposito di Tribunale di Monza martedì, dunque, dichiarerà quasi certamente il fallimento della società biancorossa. Del resto quasi nulla è stato messo a posto dal socio unico e amministratore unico Pietro Montaquila e dall’aspirante presidente Paolo Di Stanislao. Montaquila, tra l’altro, nei giorni scorsi ha rilasciato dichiarazioni a La Gazzetta dello Sport non rispettando la sanzione della inibizione di 2 mesi e 20 giorni che “comporta in ogni caso il divieto di rappresentare la società di appartenenza in attività rilevanti per l’ordinamento sportivo nazionale e internazionale”. Per lo stesso motivo non potrà neanche presentarsi martedì davanti ai giudici di Monza. Da chi sarà sostituito? Non certo da Di Stanislao, al quale lo stesso Montaquila non ha neppure rinnovato nei giorni scorsi il contratto di consulenza. A questo punto non si capisce come Di Stanislao possa continuare a utilizzare la Mini Cooper aziendale in comodato d’uso, anche perché l’assicurazione è scaduta e per rinnovarla dovrebbe farsi vivo al centro sportivo Monzello…

A proposito di presidenti del Monza veri, presunti o aspiranti tali, concludiamo con un’altra notizia di cronaca giudiziaria (che novità, eh!): l’ex numero 1 del sodalizio di via Ragazzi del ’99 dal 2010 al 2012, Luca Magnoni, ha patteggiato la condanna a 3 anni e 6 mesi per bancarotta presso la prima sezione penale del Tribunale di Milano nell’ambito del processo con rito immediato sul dissesto della finanziaria di famiglia Sopaf e su alcune presunte truffe ai danni degli enti previdenziali Enpam (medici) e Inpgi (giornalisti). Il secondo presidente dell’epoca dei finanziatori olandesi Clarence Seedorf e Jan Lagendijk è stato anche interdetto per 5 anni dai pubblici uffici e per 10 anni dagli uffici direttivi e commerciali.

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