Prima ancora che l’iter ufficiale sia giunto alla fine, il comitato della Piccola Industria ha espresso parere sfavorevole all’aggregazione per incorporazione della confindustria MB ad Assolombarda.
Un processo caldeggiato dall’attuale presidente Andrea Dell’Orto, ma che ha in quattro e quattr’otto spaccato la confindustria Monza e Brianza.
Ieri la riunione del Comitato della Piccola Industria che rappresenta il 90% delle aziende associate (881 aziende su 965) che ha espresso un parere “quasi” unanime negativo sull’incorporazione ad Assolombarda.
“Nel corso del Comitato di ieri è emerso, insieme al ‘no’ quasi plebiscitario alla fusione per incorporazione, mentre si è aperta la porta ad altre forme di aggregazione con tempistiche appropriate, in linea con quanto previsto dalla Riforma Pesenti, ovvero c’è tempo fino al 2017 – spiega Gabriella Meroni, presidente della Piccola Industria (in foto) che aggiunge – Le argomentazioni principali che hanno portato a respingere l’operazione riguardano la perdita di autonomia, non necessaria ed evitabile adottando altre forme aggregative, la natura irredimibile della fusione per incorporazione e, infine, le profonde differenze tra l’operazione presentata agli associati nei mesi precedenti e quanto ora proposto”.
Le differenze si riferiscono in particolar modo al fatto che inizialmente era stata proposta una forma di aggregazione, oggi diventata invece incorporazione che avrebbe significato che la più antica Confidustria d’Italia sarebbe tendenzialmente scomparsa nella più grande Assolombarda. Una scelta che, per ora, ha fatto storcere il naso al 90% delle aziende associate. Tutto si deciderà in direttivo, giunta esecutiva e assemblea generale straordinaria.
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