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“Young Syrian Lenses” il documentario che ti porta dentro la guerra in Siria

E' stato proiettato a Monza all’Urban Center nei giorni del "Red Alert for Syria". Viene però mostrato quello che i normali media non comunicano.

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Non un semplice reportage giornalistico ma molto di più. Il documentario “Young Syrian Lenses” ti prende, ti rapisce e ti porta dentro la guerra in Siria, fra i racconti della gente, fra gli attivisti siriani, ma anche in prima linea durante gli scontri. L’approccio è umano, senza cadere nella retorica dell’appartenenza religiosa, del fondamentalismo islamico e della spettacolarizzazione della guerra. Viene però mostrato quello che i normali media non comunicano.

Presentato in anteprima ad Urbino il 17 dicembre, è stato proiettato a Monza all’Urban Center nei giorni del “Red Alert for Syria“. Gli autori Ruben Lagattolla e Filippo Biaginti a fine proiezione sono stati assaliti dalle domande e insieme ai presenti hanno aperto un dibatto fra riflessioni e curisità.

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LA STORIA – Ruben Lagattolla dopo una lunga esperienza di documentarista nei campi profughi di Iraq e Kossovo riesce nel maggio 2014 ad entrare in Siria. “Ad aprile ho incontrato il fotografo italiano Enea Discepoli,  già stato più volte in Siria che ci stava tornando – racconta Ruben Lagattola – Mi è capitata l’occasione e ho detto andiamo, così il 30 aprile abbiamo passato il confine”.

Una volta in Siria con il supporto di alcuni media attivisti siriani, il gruppo riesce a raggiungere Aleppo. Nelle loro riprese si affiancano e filmano l’attività dei ragazzi che lavorano nei network di informazione. “Sono stati 8 lunghi giorni. Al fianco dei giornalisti locali abbiamo documento la città mentre veniva bombardata, abbiamo parlato con tante persone e visto come la vita lì sia appesa ad un filo. A tutti coloro che mi chiedono, non avevi paura? La risposa è sì, avevo tanta paura, ho visto tanti morti e per molto tempo quando sono tornato ho avuto incubi. Nei momenti difficili mi sono fatto forza dicendo a me stesso che sarei tornato portando una testimonianza importante ”.

Rientrato in Italia il 9 maggio, Lagattolla cerca aiuto per la produzione ed il montaggio del documentario. Alla sua richiesta risponde Filippo Biagianti, un giornalista videomaker di Urbino, che con Ruben cura la regia ed il montaggio del film. La produzione vera e propria  inizia nel luglio 2014 e va avanti a tappe forzate fino a metà settembre, quando viene realizzato il primo final cut del documentario. “Per me è stato un onore curare il montaggio di queste immagini, non è stato per nulla facile, volevamo qualcosa di diverso, il rischio era quello di scivolare nelle classiche immagini sensazionalistiche”.

Il documentario, a tratti veramente duro e toccante ma del resto come non potrebbe esserlo data l’atrocità della guerra siriana, è ben strutturato con la giusta alternanza di testimonianze, canzoni e grida di sofferenza. La parte più struggente è il racconto da parte dei giornalisti di Aleppo di un servizio a una mostra fotografica curata da studenti. La mostra avrebbe dovuto testimoniare, vista dagli occhi degli studenti, i tragici episodi che si verificano ogni giorno ad Aleppo libera, sotto assedio del regime di Bashar al Assad. Purtroppo questa non è mai stata realizzata, la scuola dove dovevano essere esposte le foto viene bombardata e distrutta poco prima dell’arrivo dei reporter che giunti sul posto trovano un vero e proprio massacro.

Di fondamentale importanza è stato lo straordinario lavoro di reportage fatto da Lagattolla nei giorni passati ad Aleppo, mettendo a rischio la sua vita fra cecchini e bombardamenti.

Il progetto “Young Syrian Lenses” è stato portato avanti e concluso senza nessun budget, in maniera totalmente indipendente e volontaria e porta il patrocinio Amnesty International Italia. A Monza è stato proiettato grazie alla collaborazione con Avvocato di Strada Onlus.

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