Attualità

Attentato terroristico Tunisi, dolore per la morte di Giuseppina Biella

Sono trascorse ore in cui si rincorrevano informazioni contrastanti, ma ora non vi è più dubbio: Giuseppina Biella è morta nel barbaro attentato di ieri a Tunisi.

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Sono trascorse ore in cui si rincorrevano informazioni contrastanti, ma ora non vi è più dubbio: Giuseppina Biella è morta nel barbaro attentato di ieri a Tunisi.

La settantaduenne che era partita per la crociera con il marito per andare a riposarsi, è rimasta vittima del feroce attacco da poco rivendicato dall’Isis al museo del Bardo di Tunisi. Descritta dai suoi conoscenti come una donna vitale e dalla grande passione per i viaggi, “Pinuccia” viveva in corso Italia a Meda, con suo marito Sergio e il figlio Silvio, infermiere all’ospedale di Desio.

Venti anni fa un’altra tragedia aveva toccato la famiglia. La figlia Sabrina è rimasta uccisa in un incidente stradale. Un colpo che Giuseppina e suo marito solo oggi stavano superando.  “Li ho visti due giorni prima della partenza – spiega un’amica di famiglia, Stefania Bonfanti – andavano a riposarsi, Sergio è stato operato all’anca due volte. Siamo in ansia per lui, lei è volata in cielo ha raggiunto sua figlia, ma lui non si darà mai pace”.

I primi a riuscire a mettersi in contatto con suo marito Sergio Senzani, sono stati i coniugi Bonci di Pietra Ligure (Savona) “Purtroppo è morta, ho parlato con lui qualche ora fa e non riusciva nemmeno a pronunciare il suo nome – racconta Sergio Bonci, pensionato savonese – avrei dovuto andare a prenderli domenica”.

Proprio Sergio Bonci e sua moglie Dorina hanno accompagnato Giuseppina e il marito all’imbarco della Costa Crociere per la Tunisia. Si conoscevano da tanti anni, da quando la coppia brianzola aveva acquistato una casa proprio a Pietra, dove spesso trascorrevano diverse settimane a godersi un po’ di sole e mare.

A Meda (Monza), dove la donna viveva con il marito ed il figlio, tutti la descrivono come una donna dal cuore grande . Lei e suo marito Sergio vivevano in una bella porzione di cascina accanto a una casa di ringhiera, quattro famiglie in tutto. I fiori alle finestre, la casa da le spalle alla salumeria che per anni hanno gestito nel centro di Meda. Oggi quelle mura sono state affittate da due egiziani che ci hanno aperto una pizzeria “Sono persone stupende – racconta commosso Mohamed El Shewihi – lavoro qui da due anni e lei veniva sempre a chiedermi come andava, era un angelo premuroso”. E tra i vicini di casa di Giuseppina, c’è anche chi avrebbe dovuto essere lì con lei e invece poi non è partito: “Avrei dovuto esserci anche io su quella nave – racconta Antonio Campitelli, vicino di porta – per impegni di lavoro non sono riuscito ad andare. Giuseppina si è sempre occupata della gestione di tutto il cortile, di noi. Pensare che non ci sia più, mi uccide”.

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