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Polemica su Trenord Macchinisti rivelano: “Pagano di più se ritardo”

Come si dice, oltre al danno la beffa! Sembrerebbe proprio questo il caso se risultassero vere le rivelazioni anonime di alcuni macchinisti che avrebbero ammesso che "più li pagano, se ritardano".

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Come si dice, oltre al danno la beffa! Sembrerebbe proprio questo il caso se risultassero vere le rivelazioni anonime di alcuni macchinisti che avrebbero ammesso che “più li pagano, se ritardano”.

Lo rivela il Corriere della Sera con Paolo Marelli: i macchinisti coinvolti sarebbero al massimo una trentina su un totale di 1.200. E questi lavoratori sfrutterebbero l’articolo 54 del contratto di lavoro sottoscritto il 22 giugno 2012: la retribuzione è proporzionata alle ore di lavoro che, più si allungano, più fruttano alle tasche del lavoratore. Sulla questione sta indagando anche  l’amministratore delegato di Trenord Cinzia Farisè. Su questo punto, che l’azienda vuole eliminare, da almeno due mesi è in corso una trattativa con i sindacati.

La denuncia arriverebbe da alcuni macchinisti della Milano-Cremona-Mantova. Questi avrebbero ammesso di non puntare alla puntualità perchè non redditizia quanto invece lo è un treno in ritardo di 20 minuti che significherebbe avere 13 euro in più in busta paga.

Nella denuncia dei macchinisti viene sottolineata tutta l’incoerenza del contratto: incoraggiamento al ritardo e “penalizzazioni” di 20 centesimi per ogni minuto d’anticipo.

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