Economia

Vimercate: l’area ex-Ibm torna a vivere grazie a Sm Optics

L'area ex-Ibm di Vimercate torna a ripopolarsi con l'arrivo dei 256 dipendenti di Sm Optics, ex Alcatel-Lucent, che occuperanno una piccola parte dei 220mila metri quadrati liberi.

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L’area ex-Ibm di Vimercate torna a ripopolarsi con l’arrivo dei 256 dipendenti di Sm Optics, ex Alcatel-Lucent, che occuperanno una piccola parte dei 220mila metri quadrati rimasti deserti dopo l’addio di Bames e Sem.

Negli ultimi mesi del 2014 l’enorme area ex-Ibm si era svuotata degli ultimi dipendenti di Bames e Sem che alla scadenza della cassa integrazione sono rimasti a casa: un vuoto colmato, almeno in parte, dagli ex dipendenti Alcatel-Lucent passati alla nuova società Sm Optics che fa capo alla Siae, azienda con sede a Cologno Monzese che produce ponti radio. L’accordo raggiunto nei mesi scorsi riguarda 256 dipendenti usciti dal ramo Optics di Alcatel: la società si è impegnata per un anno a mantenerli nell’area ex-Ibm. Successivamente dovrebbero unirsi ai loro colleghi della sede centrale di Cologno Monzese, in attesa che venga adeguato il sito oggi esistente. I sindacati però auspicano una soluzione alternativa, con il mantenimento di questi 256 ingegneri nell’area di Vimercate, che grazie anche alla loro presenza, potrebbe ripopolarsi e far nascere un nuovo polo tecnologico sulle ceneri di Bames e Sem:

“L’obiettivo nostro e credo anche di Comune, distretto Green e High Tech e Provincia, è che Sm Optics rimanga a Vimercate anche dopo il primo anno – afferma Gigi Redaelli, segretario FIm Cisl Brianza – la collaborazione con Alcatel sarebbe molto più semplice: oggi, come da accordo sindacale,  la quasi totalità delle commesse per Sm arrivano da Alcatel: negli anni a seguire potrebbe non essere più così, e la vicinanza sarebbe un fattore importante. La sua presenza potrebbe attrarre nuove aziende del settore a Vimercate, con la possibilità di riassorbire gli ex dipendenti di Bames e Sem, oggi rimasti senza lavoro”.

La collaborazione di regione Lombardia potrebbe essere fondamentale con la creazione di un’area a “fiscalità agevolata”, capace di attrarre investimenti e portare occupazione. “Riempire nuovamente quell’area sarebbe anche un deterrente per eventuali speculazioni edilizie che potrebbero sorgere su un’area così vasta e appetibile”, conclude redaelli.

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