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Ac Monza, un altro rinvio. I calciatori rischiano di restare per strada

Doveva essere il giorno della vita o la morte dell’Associazione Calcio Monza Brianza 1912. E invece l’Assemblea straordinaria dei soci ha deciso di rinviare la consegna dei libri al Tribunale fallimentare.

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Doveva essere il giorno del “redde rationem”, della vita o la morte dell’Associazione Calcio Monza Brianza 1912. E invece l’Assemblea straordinaria dei soci, pur non  potendo registrare alcuna ricapitalizzazione, ha deciso di rinviare ancora una volta la consegna dei libri al Tribunale fallimentare.

Forse la situazione si risolverà tra 15 giorni, più probabilmente tra 20-30 giorni. Nessuno di chi ha deciso l’ennesima proroga concessa al presidente Anthony Armstrong-Emery, ormai da mesi rifugiato a Dubai, si è ricordato (o forse ha fatto finta di non ricordare) che all’inizio della prossima settimana i giocatori, che già hanno rinunciato agli stipendi di agosto e che ancora non hanno visto quelli successivi, verranno pure messi alla porta, salvo ripensamenti dei titolari, dall’hotel dove alloggiano e dal ristorante dove pasteggiano a causa della morosità del club per cui lavorano. Già è da circa una settimana che il bar del centro sportivo Monzello non fa più loro credito per lo stesso motivo. Ma se il provvedimento deciso dagli albergatori e dai ristoratori sarà davvero adottato, che fine faranno i ragazzi biancorossi venuti a giocare in Brianza da fuori regione? Come si potrà evitare che tornino nelle loro case di origine disertando allenamenti e partite? È probabile che nel fine settimana giocatori e staff tecnico lanceranno un appello affinché ciascun attore si prenda le proprie responsabilità.

Anthony-Armstrong-Emery-mbL’Assemblea straordinaria dei soci si è aperta alle 10.30 e si è chiusa formalmente alle 12.40, ma in realtà è proseguita in via informale fino alle 18 circa. È stata illustrata e successivamente approvata la situazione patrimoniale con relativo conto economico della società alla data del 31 ottobre scorso, dalle quali risultano, leggendo il verbale, “rilevanti perdite che rendono necessaria la tempestiva adozione dei provvedimenti di cui all’articolo 2447 del Codice civile (riduzione del capitale sociale al disotto del limite legale, ndr)”. La perdita di esercizio è di 1 milione e 376.658 euro la quale, sommata alle perdite riportate a nuovo dagli esercizi precedenti di 6 milioni e 944.731 euro, genera una perdita complessiva di 8 milioni e 321.389 euro. Di questi, 7 milioni e 163.119 euro si ripianano mediante utilizzo delle voci di riserve e versamenti in conto capitale esistenti per pari importi. La perdita residuata viene quindi ridotta per 120mila euro mediante azzeramento del capitale sociale e conseguente annullamento delle azioni che lo rappresentano. Restano dunque da ripianare 1 milione e 038.270 euro. Come? L’Assemblea ha deliberato di aumentare a pagamento il capitale sociale da zero euro a 120mila euro, rappresentato sempre da 120mila azioni aventi valore nominale di un euro ciascuna, attraverso la sottoscrizione in opzione al socio unico, cioè LuckySeven (di proprietà di Armstrong-Emery), e in difetto a terzi, con complessivo sovrapprezzo di 1 milione e 38.270 euro. La sottoscrizione del capitale in aumento dovrà avvenire entro il termine di 15 giorni mentre le eventuali azioni non sottoscritte da LuckySeven nell’esercizio del diritto di opzione potranno essere sottoscritte da terzi entro l’ulteriore termine di 15 giorni.

appiani-scanagatti-prada-mbIl Consiglio di amministrazione ha comunicato all’Assemblea dei soci “di avere ricevuto delle manifestazioni di interesse da parte di terzi e che di conseguenza vi sarebbero delle concrete opportunità di sottoscrizione del capitale e di esecuzione dell’operazione proposta”. Se tutto ciò non si dovesse verificare si procederà con lo scioglimento della società. Come eventuali liquidatori sono stati nominati l’amministratore delegato del Monza, Maurizio Carlo Prada, e il consigliere del Monza, nonché amministratore unico di LuckySeven, Cristiano Perrotti.

calcio-monza-dennis-binghamMentre a Milano si teneva l’Assemblea dei soci e la successiva riunione, al centro sportivo Monzello si presentava il candidato favorito all’acquisto del club biancorosso, l’inglese Dennis Bingham, proprietario di Royal Pearl International Llc (società di trasporti e servizi con sede in Oman), accompagnato dal suo amico Maurizio Antonio, detto “Morris”, Pagniello, l’imprenditore italoaustraliano ex calciatore “giramondo” e presidente del Trento 1921 al momento del suo fallimento. Col permesso del direttore generale Mauro Ulizio, ormai con le valigie pronte per Busto Arsizio dove ad attenderlo c’è una scrivania nella sede della Pro Patria, Bingham ha ripreso la lunga ed estenuante trattativa con Armstrong-Emery. Se nel primo pomeriggio prevaleva in lui l’ottimismo in una positiva soluzione del “braccio di ferro” (“AAE” stava per cedere alla richiesta di acquisto del 100% per un euro e non del 50% come da lui voluto), la situazione è precipitata dopo le 17, quando il connazionale del presidente si è irretito per una presunta mancanza di collaborazione da parte di alcuni dirigenti biancorossi unita a un presunto atteggiamento ostativo al suo approdo a Monza. A distanza di alcune ore sono comparsi sul suo profilo Facebook, ma riservati agli amici, due messaggi duri. Il primo diceva, tradotto dall’inglese: “Alcune persone a Monza ci stanno bloccando. Alcune persone vogliono far fallire il Monza, vogliono la bancarotta. Vi prometto che se il Monza dovesse fallire, io vi dirò tutti i nomi delle persone che lo hanno fatto fallire”. L’altro era un attacco al presidente: “Io non ho mai incontrato Armstrong e mai lo incontrerò. Armstrong è in debito col Monza. Armstrong è proprietario di un appartamento a Monza e potrebbe darlo ai giocatori per pagarli”. La sensazione è che la trattativa non proseguirà, ma ormai i colpi di scena si susseguono come neanche una telenovela brasiliana di quelle che probabilmente “AAE” guardava in compagnia di sua moglie di Natal nel Rio Grande do Norte…
Un’altra sensazione è che qualcuno si farà avanti ad acquistare le azioni tra 15 giorni (considerando che nessuno crede alla ricapitalizzazione di tutto in extremis di Armstrong-Emery). Chi? Le cordate favorite sono due: una è quella lombardo-veneta composta da un imprenditore vitivinicolo e un immobiliarista, i quali però non vogliono soci; l’altra è ancora sconosciuta, ma secondo Bingham sarebbe disposta a condividere la proprietà con quella attuale.

monza-stadio-brianteo-2-mbMentre imprenditori veri o presunti e dirigenti capaci ma anche no si dilaniano al capezzale del moribondo Monza, c’è una squadra che stringe i denti e anche dopodomani, alle ore 11, scenderà in campo per vincere, risultato che ha ottenuto in 5 delle ultime 6 partite. L’avversario sarà la Feralpisalò e i biancorossi giocheranno in trasferta. A trepidare per loro, o allo stadio “Lino Turina” o davanti ai computer o smanettando sugli smartphone, ci saranno migliaia di tifosi tra cui il sindaco Roberto Scanagatti. “Siamo ormai a un passo dalla messa in liquidazione della società – ha commentato gli ultimi eventi – Questo balletto di nomi di personaggi improbabili non fa ben sperare per il suo futuro. C’è bisogno di soggetti seri che siano in grado di rilevare la società senza fare proclami. Quello che sta accadendo a Monza è comunque lo specchio del calcio nazionale. Una volta il Monza era una ‘mosca bianca’, ora non più”. Riguardo alla situazione di stallo per la riqualificazione dello stadio comunale Brianteo e del centro sportivo comunale Monzello si è mostrato prudente: “Aspettiamo di conoscere chi saranno i nostri interlocutori per valutare cosa fare. La bozza di progetto presentataci qualche settimana fa mostrava finalmente qualcosa di misurato e non un’ipotesi fantascientifica che mai mi aveva convinto. In quella bozza c’era l’impegno a mettere a norma gli impianti, migliorare il comfort complessivo, razionalizzare gli spazi”. Nelle prossime settimane la Prefettura potrebbe spingere per la chiusura dello stadio a causa dei mancati lavori di manutenzione… “Vedremo di affrontare la questione e di trovare una soluzione. Un conto è la mancanza di comfort e un conto è la sicurezza che dev’essere adeguata. Da qui a chiudere lo stadio ce ne corre…”.

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