L’ira degli artigiani sul canone speciale Rai: “Combattiamo questa battaglia”

"Non accettiamo il metodo di rastrellare risorse imponendo il pagamento indiscriminatamente a tutti. Combattiamo da lungo tempo questa battaglia e non ci fermeremo oggi" dichiara Barzaghi.

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La questione si ripete. La Rai sta inviando ancora solleciti di pagamento a diversi artigiani e imprenditori della Brianza, ma questi non possiedono né televisori, né tantomeno radio.

“Non è possibile che la Rai si basi su una normativa vecchia del 1938 per tentare di estorcere denaro agli imprenditori con toni minacciosi e perentori. L’assurdità è che si debba pagare il canone su strumenti di lavoro quali sistemi di video sorveglianza o cellulari aziendali, solo perché classificati come apparecchi atti a ricevere il segnale radio-televisivo” spiega il presidente di Apa Confartigianato Monza e Brianza.

Tanto per dare un’idea, a un imprenditore basta possedere un antifurto per essere costretto a sborsare una somma che va da un minimo di 200 euro fino a 6.800 euro l’anno. Pagare il canone è obbligo per tutti coloro che in azienda posseggono radio e televisioni. Ma ora l’allarme ritorna “non accettiamo il metodo di rastrellare risorse imponendo il pagamento indiscriminatamente a tutti. Combattiamo da lungo tempo questa battaglia e non ci fermeremo oggi” conclude Barzaghi.

Sul nostro dell’associazione (clicca qui) sono disponibili le indicazioni per chi ha ricevuto il sollecito ma non è tenuto al pagamento, con tanto di facsimile per una corretta comunicazione.

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