Massimo Agostini, proprietario Massimo Caffè in piazza Leonardo da Vinci a Seveso, preferirebbe non parlare della raccolta firme presentata contro il suo locale. «Ci siamo chiariti – ha dichiarato – e preferirei far sopire la vicenda».
Uno degli avvisi fuori dal bar
I protagonisti, insieme a lui, sono dei vicini che si lamentano del rumore causato dagli avventori del locale. «Le firme, in realtà, sono solo sei – ci ha raccontato Massimo Agostini -, ma sono state comunque un fulmine a ciel sereno: non me lo aspettavo». Mai ricevuto lamentele in precedenza? «No, mai – conferma il proprietario del bar -. Anzi, questo è il quarto locale che apro, e non ho mai avuto problemi».
La Polizia Locale conferma: il locale è in regola, e nessuno aveva mai protestato. «La raccolta firme è stata motivata dalla confusione che si crea alla sera (in settimana il bar è aperto fino a mezzanotte, ndr): i miei vicini vorrebbero che chiudessi un’ora prima, o che ritirassi i tavolini, in modo da non facilitare le chiacchiere in strada – spiega Massimo -. Ma è eccessivo: ho la fortuna di avere delle ottime compagnie che frequentano il mio bar, ci sono tanti giovani “sani” e rispettosi: quando chiedo loro di prestare attenzione e di non alzare troppo la voce, lo fanno subito. Ho parlato della raccolta firme con i clienti proprio per questo, per motivare ulteriormente le mie richieste di rispettare il silenzio del vicinato». D’altra parte, è normale che intorno a un bar si crei un po’ di confusione. «Avrei dalla mia seicento firme, se decidessi di fare una “contro-raccolta” – conclude Massimo -. Ma non voglio fomentare ulteriormente una polemica sterile. Spero che le proteste rientrino, e che presto ci si dimenticherà dei contrasti».
G.S.
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